martedì 15 febbraio 2022

Valorizzare le ferite

Cari lettori,

Oggi continua il nostro viaggio e questa volta siamo diretti in Oriente, più precisamente a

Kyoto dove abbiamo incontrato il grande maestro Hiroki Kiyokawa. Hiroki Kiyokawa è un

grande maestro e artigiano di Kintsugi.

L’abbiamo conosciuto grazie ad una trasmissione televisiva nella quale mostra la sapienza,

la cura del dettaglio, l’amore e la passione per quest’arte. Con il termine “Kintsugi”, che in

italiano si traduce letteralmente in “riparazione con l’oro”, si intende una tecnica giapponese

per riparare oggetti in ceramica. All'interno di questa arte, le fratture non vengono solo

lasciate visibili, ma addirittura evidenziate e valorizzate con l’aggiunta di polvere d'oro, al fine

di creare un nuovo oggetto. Ma adesso lasciamo la parola al maestro!

NOI: こんにちは (Konnichiwa) maestro Hiroki Kiyokawa, è un piacere fare la sua

conoscenza. Grazie per aver accettato di incontrarci, oggi se le va vorremmo parlare della

sua arte.

IL MAESTRO: Grazie a voi per esservi interessate al Kintsugi, per me è un piacere fare

conoscere anche in Occidente quella che per noi è un’antica tradizione.

NOI: A proposito, ci potrebbe spiegare le origini di questa tecnica?

IL MAESTRO: Siamo in Giappone nel XV secolo, quando Ashikaga Yoshimasa, un

importante dittatore militare, ruppe la sua tazza preferita e la mandò a riparare. Dobbiamo

ricordare che a quel tempo si praticavano rudimentali tecniche di riparazione degli oggetti

rotti che si ricostruivano tramite l’uso di legature di metallo che risultavano molto poco

estetiche. Quando la famosa tazza tornò tra le mani dello shogun non fu per niente

soddisfatto e la mandò nuovamente a far restaurare da alcuni artigiani giapponesi, i quali

ricomposero la ceramica pezzo per pezzo grazie alla lacca Urish, una resina di una pianta

arricchita con polvere d’oro. Da qui l’arte dello Kintsugi, che, invece di liberarsi dei cocci rotti,

ne esalta la riparazione con i metalli preziosi.

NOI: È proprio questo che ci ha incuriosito: la grande attenzione che viene data alla

riparazione, che sembra nascondere anche un significato più profondo.

IL MAESTRO: Avete proprio ragione! In Oriente molte azioni vengono spesso compiute con

una valenza maggiore della semplice utilità pratica. Questa tecnica è associata alla

resilienza, ovvero alla capacità di rialzarsi dopo un brutto periodo, migliori di prima.

NOI: In Occidente quando si rompe un oggetto per ripararlo usiamo solitamente la colla

trasparente, in modo da nascondere le linee di rottura, è interessante notare come invece la

tecnica del Kintsugi valorizzi le crepe con il metallo prezioso.

IL MAESTRO: Solitamente l’uomo tende a nascondere le sue ferite perché sono sinonimo

di fragilità e dolore, mentre questa tecnica mette a nudo le imperfezioni e la frammentazione,

scoprendone anche dei risvolti inaspettati. Infatti quando ci sentiamo più soli e annientati che

mai siamo spinti a mettere in atto ed utilizzare capacità che non pensavamo nemmeno di 

avere. il concetto di vulnerabilità può non essere dunque solo visto con un'accezione

negativa, ma al contrario dalle ferite possono sgorgare ideali, emozioni e valori e può anche

entrarvi inaspettatamente la vita, attraverso la volontà di rinascita che parte proprio dalle

ferite che ci sono state inflitte. Una volta aggiustata la nostra tazza e dato valore alla rottura,

sarà come se fossimo riusciti a mettere a posto la sofferenza patita, perché a quel punto

sarà già passata.

NOI: Quindi questa arte ci fa comprendere che le ferite non sono sempre evidenti, ma

colpiscono anche l’animo di ognuno di noi e che non è necessario nasconderle.

IL MAESTRO: Sì, care avete colto perfettamente l’essenza di questa arte che allo stesso

tempo è anche una filosofia di vita. Quello che il Kintsugi insegna è dare importanza alla

nostra unicità, alle nostre imperfezioni, a non nascondere le ferite ma a partire da esse per

reinventarci. Tutto sta a noi e a come riusciamo ad accettare i problemi che si presentano

nella vita con l’opportunità di crescere.

Ringraziamo molto il maestro per le sue illuminanti parole.

Pensiamo che seguendo la sua lezione ognuno di noi possa essere capace di raccogliere i

“cocci” della propria vita e ripararla, il risultato sarà qualcosa di prezioso e unico!


Arianna Lovera e Anna Paruzza

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