mercoledì 28 aprile 2021

La scuola ai tempi della DAD

E’ ormai un anno che, a causa del Coronavirus, la nostra vita scolastica è cambiata. Non è più scandita dal solito rituale, fatto di sveglia all'alba per prendere un mezzo pubblico che ti porta in un luogo dove frequenti la scuola scelta. Non è più quella classica che noi tutti conosciamo, data da giornate passate sui banchi, in classe, con insegnanti che si alternano alla cattedra e comunella con i compagni. Non è più quella struttura che noi tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo chiamato inferno o carcere!  

La nostra istruzione ora passa esclusivamente via cavo. E’ diventata interattiva, cioè scuola fatta da casa con il computer e  viene chiamata DAD, acronimo di Didattica a Distanza. Dopo dodici mesi posso dire che la DAD ha sia dei lati positivi che negativi. Con il suo avvento siamo stati tutti obbligati ad imparare ad utilizzare in modo proficuo il pc e a capire che la tecnologia serve non solo per giocare. Con questo tipo di scuola la mattina si dorme di più e di certo, nel periodo in cui siamo, uno dei lati positivi è che almeno non dobbiamo indossare la mascherina.  

Tuttavia, come ogni cosa  ha anche i suoi lati negativi e primo fra tutti è che non è scuola. La scuola, a mio parere, non è solo una serie di argomenti da studiare ed imparare. Secondo me, la scuola è anche contatto tra alunni ed insegnanti, ma soprattutto confronto, cosa difficile da fare con la DAD. Altro aspetto negativo sono le connessioni internet  che non sono ancora abbastanza potenti per supportare tutte le persone che vi sono collegate in questi mesi, anche perché pure gli adulti hanno dovute ricorrere allo smart working. Da non sottovalutare poi c’è il fatto che nei nostri territori collinari e montani, a volte, le connessioni sono proprio scadenti (in certi posti non si vede bene neppure la tv).  Inoltre in DAD è più facile distrarsi ed è anche più difficile apprendere gli argomenti e le spiegazioni, perché, pur riconoscendo gli sforzi fatti dagli insegnanti, manca il sincronismo, per cui diventa difficile chiedere spiegazioni quando non si capisce un concetto. Inoltre la DAD uccide i rapporti umani, tra compagni quasi non ci si conosce.

A livello fisico è più stancante, perchè stare tutto il giorno davanti ad un computer affatica parecchio i nostri occhi, ma anche le nostre schiene, perché non tutti possono disporre di sedie e tavoli da ufficio. L’isolamento imposto dalla DAD e dalla pandemia inoltre influisce negativamente anche sulla nostra psiche.

Tuttavia la DAD è un'esperienza da non buttare totalmente. In futuro si potrebbe utilizzare per far seguire le lezioni ai ragazzi, che per malattia o incidenti non possono venire a scuola, evitando loro così di perdere un anno scolastico. 

Personalmente sono giunta alla conclusione che, benché ogni tanto vorremmo fare un giorno di vacanza per dormire o saltare un'interrogazione o una verifica, la scuola migliore sia ancora quella fatta tra le mura di un edificio e tra i banchi. Anche il rapporto con gli insegnanti è migliore in presenza, perché per loro è più facile capire se un alunno ha studiato o meno, se ha dei problemi e se riesce a seguire quanto da loro spiegato.


Marzia Marenco






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