mercoledì 28 aprile 2021

Le vittime mia ascoltate

Donne di conforto… Qualcuno ne ha mai sentito parlare? Beh per farne un breve riassunto è un atroce e doloroso pezzo di storia che è stato nascosto, polverizzato come se nulla fosse mai successo.

 Ma esso è stata riportato alla luce grazie al libro “Storia della nostra scomparsa” scritto da Jing-Jing Lee, ma prima di raccontare la trama di questo libro partiamo dalle basi: chi sono queste “donne di conforto”? Esse sono delle donne e ragazze, alcune giapponesi ed altre invece  parte di popoli sottomessi, reclutate nell’esercito giapponese durante la seconda guerra mondiale. Le donne venivano portate in altri paesi e obbligate a prostituirsi nei bordelli gestiti dall’esercito giapponese. Si calcola che siano state 200mila le donne, soprattutto coreane e cinesi, a finire in questi posti, umiliate e violentate anche 40 volte al giorno. 

Solo nel 1991 una donna coreana ha trovato il coraggio di raccontare per la prima volta questa nota dolente della storia, aprendo così una grande discussione con il Giappone; e solo recentemente il tribunale di Seul ha condannato Tokyo all'indennizzo nei confronti di  dodici donne di conforto a cui il Giappone è condannato a versare 100 milioni di won che corrispondono circa a 75 mila euro. Questa somma deve essere versata a ciascuna delle vittime, alcune delle quali nel frattempo venute a mancare.

Per far conoscere queste storie molto importante è stata l’uscita del libro “Storia della nostra scomparsa” che denuncia a tutti i fatti accaduti a quelle donne che non sono mai state ascoltate oppure etichettate in seguito come poco di buono, poiché si pensava che fossero consenzienti. Questo libro parla della storia di Wang Di che ha soltanto sedici anni quando viene allontanata dal suo villaggio e dalla sua famiglia all’epoca dell’invasione nipponica di Singapore per essere rinchiusa in una comfort house e diventare un oggetto alla mercé dei militari giapponesi. La sua vicenda si incrocia, sessant’anni dopo, con quella di Kevin, un ragazzo intenzionato a scoprire la verità sulla propria famiglia dopo aver ascoltato le confessioni della nonna in punto di morte.

Romanzo scomodo, doloroso ma che fa i conti con una dura realtà che in tanti hanno cercato di non far venire alla luce.


«Non pronunciavano mai il mio nome, non mi chiamavano neanche la figlia della signora Ng, come facevano quando ero piccola. Dopo vari giorni capii. Ormai non ero più Wang Di, almeno non per loro, ormai ero solo una wei an fu, una donna di conforto».


«Aveva fatto il giro delle trattorie a buon mercato che ormai spuntavano ovunque per chiedere se servisse un aiuto nel retrobottega, qualcuno che pulisse la cucina i bagni, qualsiasi cosa. Neppure lì al buio la volevano. E il modo in cui la chiamavano, la frase che sussurravano appena voltava le spalle: “è una donna di conforto”. Come uno schiaffo in faccia; come rinchiuderla in uno sgabuzzino. Certi dicevano che l’aveva fatto per i soldi. Che voleva trovarsi un marito. Che avrebbe fatto la vita facile».


Elisa Chiapale


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