martedì 21 dicembre 2021

Lettera ai professori

Cari professori,

Come state vivendo il ritorno in presenza? Beh noi non molto bene, anzi è da settembre che sogniamo l'arrivo delle vacanze. Quest’anno la mole di studio è aumentata di molto e noi, soprattutto dopo due anni in didattica a distanza, stiamo faticando a tenere il passo: molti di noi faticano a ritagliarsi del tempo per sé, seguire delle attività extra-scolastiche e spesso ci ritroviamo a studiare anche fino a tardi. Capite bene che abbiamo dai 14 ai 19 anni, siamo ragazzi pieni di energia e voglia di fare e già per troppo tempo siamo dovuti rimanere chiusi in casa e adesso che finalmente potremmo uscire siamo nuovamente serrati nelle nostre abitazioni per colpa della montagna di interrogazioni orali e scritte che dobbiamo affrontare. 

Passiamo interi pomeriggi e sere attaccati a dei libri, ma in verità vorremmo poter uscire anche solo per un’ora con i nostri coetanei per poter staccare la spina. Ciò non è possibile se voi non provate a venirci incontro: non stiamo chiedendo di non darci più compiti, ma semplicemente di alleggerire il carico di studio.

In più si parla sempre di salute fisica tralasciando quella mentale: dopo il lockdown sempre più studenti devono affrontare problemi psicologici anche molto gravi e il grande numero di verifiche ed interrogazioni non aiuta. Abbiamo paura, abbiamo ansia, siamo insicuri e non crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità. Ci sentiamo stupidi, piangiamo, abbiamo attacchi di panico perché sempre di più ci sentiamo schiacciati e impotenti. E qui rientrate di nuovo in gioco voi: passiamo sei ore della giornata a scuola dove il nostro cervello deve contenere migliaia di informazioni e deve resistere alla pressione causata da interrogazioni e verifiche; per di più quando torniamo a casa dobbiamo rimanere per altre ore seduti a una scrivania per prepararci ai giorni avvenire per poi ripetere tutto da capo.

Questa lettera non deve essere presa come un’accusa ma è semplicemente una richiesta di aiuto: spesso abbiamo cercato di attirare la vostra attenzione in merito senza però ottenere risultati concreti.

Vi chiediamo quindi stavolta di ascoltarci perché un mondo in cui gli studenti vivono più serenamente è un mondo in cui essi possono apprendere meglio e sentirsi parte di una società accogliente.

Fiduciosi della vostra collaborazione

Un gruppo di studenti del liceo De Amicis


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