mercoledì 31 marzo 2021

Transessualità- il mondo degli alieni

Errore, progenie del diavolo, scherzo della natura, sbagliato. Questo è ciò che si dovrebbe dire vedendo una pizza con ananas. Eppure, dato che la vita è piena di sorprese e gradini scivolosi, tali appellativi vengono anche assegnati alle persone transessuali. 

Queste sono coloro che non coincidono con il loro sesso biologico, identificandosi in quello opposto. Spesso vengono ritenute dalla parte del torto, per non dire quanti di questi alieni sono sottoposti a terapie e sedute psichiatriche che hanno come unico scopo far loro accettare un corpo in cui non si trovano a loro agio, che odiano e sentono sbagliato. Mi sono chiesta se qualcuno di questi casi avesse avuto un risvolto positivo, ma il tasso di suicidi di persone trans, ancora oggi in aumento, mi ha suggerito l’esatto contrario. 

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, proviamo a fingerci scienziati e dottori per qualche minuto. Il termine “transessualità” è stato usato per la prima volta nel 1949, quando il Dottor David Couldwell ne parlò come unica patologia psichiatrica che non poteva essere curata da medicine o farmaci. La soluzione era quindi diagnosticare un disturbo di identità di genere somministrando poi ormoni del sesso opposto a quello anagrafico, seguiti da operazioni chirurgiche per aiutare i pazienti nella transizione. 


Chiaramente ad oggi sappiamo che essere transessuali non significa avere un disturbo mentale (anche se solamente nel 2018 il disturbo di identità di genere è stato cancellato dall’elenco delle malattie che possono causare la morte, ICD), ma molti ancora sottovalutano il malessere emotivo, fisico e mentale che si prova rendendosi conto di trovarsi nel corpo sbagliato. Questo sentimento, ovvero il disturbo di identità di genere, anche detto distonia o disforia, è appunto dovuto all’avere una mente che non combacia con il proprio sesso, causando quindi disagio alla persona.

E’ molto comune pensare che cose come capire il proprio genere o orientamento sessuale non si possano apprendere con certezza fino ad una certa età. Ma chi l’ha detto? Si è infatti studiato che molti alieni prendono coscienza della propria transessualità in età molto giovane, stiamo parlando di bambini o adolescenti. 

Spesso le persone MtF (male to female) e FtM (female to male) non vengono considerate come vere donne o veri uomini, in quanto non sono nate tali.


 Inoltre, negli ultimi anni il livello della prostituzione di coloro che ho appena nominato è notevolmente aumentato, dato che, venendo discriminati, odiati e spesso diseredati da famiglie che non li accettano, non hanno altro modo per pagare i costi altissimi delle terapie di transizione. Fortunatamente, al giorno d’oggi, molti Paesi stanno abbassando e a volte anche rimuovendo del tutto questi costi. E’ importante sapere che, prima di poter intraprendere una somministrazione di ormoni e eseguire operazioni chirurgiche, è necessario completare un ciclo di sedute con uno psicologo, il quale deciderà se la persona è pronta o meno. 


Se volete essere educati e gentili quando state parlando con uno di questi alieni, per cortesia, evitate queste frasi:

  • Qual è il tuo vero nome? Può sembrare una scemenza, ma quando una persona transessuale cambia genere si sceglie un nuovo nome; pertanto usare il così detto “dead name” potrebbe ferirlo molto gravemente.
  • Hai fatto l’operazione? Come ho già detto in passato, it’s not your business e in seconda battuta, se la persona vorrà, te lo dirà lei senza che tu chieda.
  • Quindi non puoi essere eterosessuale? I transessuali cambiano sesso per diventare chi sono realmente, ma questo non c’entra con l’orientamento sessuale.
  • E’ solo esibizionismo. Questa frase mi piace veramente tanto, perchè chiaramente una persona vuole sottoporsi a sedute con psicologo, terapie ormonali, chirurgie, discriminazioni e qualsiasi cosa venga fuori dal cilindro. Direi che non fa una piega. 


Dato che è giunto il momento di liberarvi della mia petulante presenza, vorrei lasciarvi con una frase di Morgan Freeman sull’omofobia, la quale si può però estendere anche alla transfobia.

“I hate the word homophobia. It’s not a phobia. You are not scared. You are an asshole”.

In questo caso, mi avvalgo della facoltà di non tradurre, soprattutto l’ultimo complimento.


Marta Massucco

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