lunedì 29 marzo 2021

Audre Lorde: una donna rivoluzionaria degli anni ’70

Non so se in questo periodo facendo le vostre solite e tante volte inutili ricerche su google avete fatto caso al particolare doodle, cioè il logo situato nella home principale che solitamente google modifica per celebrare festività, anniversari e le vite di personaggi famosi; ecco Google il 18 febbraio ha deciso di commemorare nel suo logo l'87 esimo compleanno di una importante poetessa che è stata una figura chiave dei movimenti culturali femministi, per le persone di colore e per le persone appartenenti alla comunità LGBT+ nel XX secolo: Audre Lorde.

Vi voglio introdurre questo personaggio perchè informandomi e scoprendo tutte le sue idee ed ideologie, mi hanno incuriosito molto le sue riflessioni.

Ma partiamo dalle basi….chi è questa Audre Lorde?

Audre Lorde nacque appunto il 18 febbraio 1934 a New York da genitori immigrati dai Caraibi e sin da piccola era appassionata alla scrittura, in modo particolare alla poesia e si dedicava soprattutto a temi di giustizia sociale e razziale; infatti durante il liceo scrisse il poema “Spring” che però venne giudicato “non pubblicabile”, ma Audre ebbe comunque successo quando il poema venne pubblicato in una rivista per ragazzi subito dopo. In seguito la poetessa si laureò nel 1959 all’Hunter College, iniziò il master in Amministrazione Libraria alla Columbia University che le permise di trovare poi un lavoro nel sistema pubblico delle biblioteche di New York. Inoltre insegnò anche la lingua inglese negli Stati Uniti e nella Germania dell’ovest. 

Nella gioventù Audre capì di essere lesbica, ma nonostante ciò si sposò con Edwin Rollins con cui ebbe due figli, in seguito nel 1970 la coppia divorziò e la poetessa potè tornare alle sue relazioni omosessuali. La scrittrice ebbe una lunga relazione con Frances Clayton e gli ultimi anni della sua vita li trascorse in un’isola dell’arcipelago delle Isole Vergini americane con la sua compagna Gloria Joseph.

Audre Lorde si ammalò per un cancro al seno che la portò a scrivere un’opera per sostenere ed incoraggiare le donne malate di tumore, ed in seguito nonostante l’operazione al seno, prese anche il cancro al fegato che poi la portò alla morte il 17 novembre del 1992.

Tra le sue opere più importanti dove possiamo conoscere la sua lotta contro l’omofobia e il razzismo ricordiamo: “The first Cities” la sua prima raccolta di poesie, la sua autobiografia “Zami: un nuovo modo per scrivere il mio nome”  e “The Black Unicorn” dove spiega la difficoltà di essere una donna lesbica e nera negli Stati Uniti negli anni ‘70. 

Inoltre scrisse anche un’altra opera, cioè “Burst of Light” in cui sostenne che le donne dovevano imparare a rispettare se stesse e i loro bisogni e non a rispettare la paura; queste sono riflessioni con cui Audre fece per aumentare la fiducia e l’autostima che ogni donna aveva in se stessa in quegli anni. 

In seguito la scrittrice si definiva nera, lesbica, madre, guerriera e poetessa perché tramite la sua scrittura, le sue parole di speranza e i suoi buoni interventi in questi movimenti culturali, combatté duramente per i diritti delle donne, delle persone di colore e per le persone rainbow. A quell’epoca trovare una donna che aveva queste qualità e che aveva il coraggio di battersi per tutti questi diritti, a parer mio era molto difficile.

Infine nel doodle di google del 18 febbraio oltre che esserci l’immagine della poetessa, c’era anche una frase iconica di una sua opera: “non esiste una cosa come la lotta univoca, perché non viviamo vite univoche”; con questa frase Audre ci vuol far capire che ognuno di noi nella propria vita ha obiettivi diversi, ma non per questo non ci si può unire per uno scopo comune anche se si è diversi ed è giusto portare avanti battaglie diverse. A parer mio questa sua riflessione è molto importante perché anche se ci si batte per diversi diritti come quello dell’aborto, quello della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e tanti altri, comunque si lotta per avere più libertà e più diritti; quindi perché invece di fare manifestazioni diverse per scopi diversi non si fa un unico movimento che raggruppa tutte queste richieste per i diritti? 


 

Chiara Moscatiello

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