sabato 6 febbraio 2021

Tutto ciò che devi fare è uccidere, facile vero?


TADAIMAAAAA! 

Eccomi qua, sono la ragazza della rubrica “cartoni cinesi per bambini”, solo che oggi  non andrò a recensire un’ animazione, bensì un manga. Per le persone che non sanno  cosa siano e che stanno leggendo questo articolo… per spiegarlo brevemente, i  manga sono fumetti giapponesi, in pratica anime non animati (does it make sense?).  

Questo manga è intitolato “All you need is kill” e l’ho letto circa una settimana fa. Ho  pensato che sarebbe stato carino presentarlo, soprattutto perché è molto corto e di  facile comprensione anche per le persone che non ne hanno mai letto uno. Esso è  formato da due volumi con diciassette capitoli in totale, ma potete anche trovare il  volume unico (che costa anche di meno eheh). 

Il concetto principale è il loop temporale,  

una sorta di immortalità fastidiosa, poiché si  

vive lo stesso momento più volte ed è quasi  

sempre un momento spiacevole, proprio  

come nel caso del protagonista. Egli si trova  

continuamente a ripetere il giorno della sua  

morte, ma facciamo una piccola premessa  

per capire al meglio il tutto. Il MC è un  

novellino che ha voluto arruolarsi nei militari  

per combattere dei nemici molto potenti, che  

però non sono umani. Vengono chiamati  

mimic e sono dei robot che presto raderanno  

il mondo al suolo. Di per sé la storia non è  

nulla di che, soprattutto per gli esperti di  

manga che avranno sentito parlare o avranno  

letto altre mille storie con il concept del loop  

temporale, ma nonostante tutto io non l’ho  

trovata una lettura pesante. Forse lo rende  

interessante il fatto che nel corso della storia  

si andranno a capire meglio gli ingranaggi  

del loop e come fare per poter riuscire a  

sconfiggerlo. 

Dei personaggi principali ho amato il character development, che però non vi è stato  per i personaggi secondari, anche perché sarebbe stato impossibile dato che era  sempre lo stesso giorno (sono perspicace eh?). Nonostante tutto, a rendere  interessanti i personaggi secondari è stata la grafica. L’illustratore è lo stesso di Death  Note e Bakuman: Obata Takeshi. L’illustrazione è ricca di dettagli, dalle armature,  agli ambienti e ai vestiti. I dettagli infatti non mancano nell’arte, ma nella storia in sé.  In ogni caso non si può chiedere troppo da un fumetto così corto. 

Questo manga, “scritto” da Takeuchi, è l’adattamento di un romanzo (anche esso  molto corto) di Hiroshi Sakurazaka. 

Insomma, se volete un manga veloce da leggere, ma che sia anche avvincente, io ve  lo consiglio vivamente (anche perché sennò tutta questa mia recensione non avrebbe  senso :3).  

Per oggi ho finito, tolgo il disturbo. 

Sayoonara (^)ゞ 

Camelia Sanchez


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