lunedì 8 febbraio 2021

Incontro con Telefono donna - assemblea di Natale

Per l’assemblea scolastica prima delle vacanze di Natale, che si è svolta il 22 dicembre, i rappresentanti d’istituto hanno organizzato diversi incontri ai quali ognuno di noi poteva iscriversi in base ai propri interessi.

Entrambe abbiamo deciso di partecipare al laboratorio contro la violenza sulle donne tenuto da alcune volontarie dell’organizzazione cuneese Telefono Donna che si occupa da oltre 20 anni di accogliere, ascoltare ed aiutare le donne che subiscono violenze in particolare modo nell’ambiente domestico.

La violenza contro le donne, come tutti purtroppo sappiamo, rappresenta una violazione dei diritti umani e nonostante si siano fatti, nel nostro Paese, alcuni passi avanti per la lotta contro le discriminazioni e le violenze, questo fenomeno rimane una problematica ancora molto attuale.

L’incontro è stato a nostro parere molto interessante e ci ha offerto molti spunti di riflessione anche perché le volontarie sono partire con farci notare che le origini di questa forma di violenza si trovano in primo luogo nella nostra vita quotidiana. Siamo partiti dunque dal riconoscere i principali stereotipi di genere e le volontarie sono state molto abili nel farci comprendere che questi non possono essere e non devono diventare in alcun modo giustificazioni di violenza. Per prevenire la violenza è necessario partire riconoscendo le sue radici culturali e le sue cause: infatti, spesso i ruoli che uomini e donne occupano nella società risultano essere tradizionali e rigidi conferendo all’uomo più potere sul genere femminile. Ciò non porta soltanto all’elevato rischio per la donna di subire violenza ma anche di non riconoscerla quando ne è vittima.

Nella seconda parte dell’incontro le volontarie ci hanno illustrato come funziona a livello pratico l’organizzazione Telefono Donna.

La loro attività principale è rivolta all’ascolto, all’accoglienza, e all’accompagnamento delle donne che le contattano e il loro compito è quello di garantire la riservatezza e, se la donna lo desidera, l’anonimato senza che le donne in difficoltà si sentano in alcun modo giudicate anche sulla base di pregiudizi.

In base alle esigenze e alla situazione specifica di ogni donna si intraprende un percorso differente garantendo sempre la massima riservatezza e tutela.

Il primo contatto che ha la volontaria con la donna è solitamente un colloquio telefonico o in presenza mirato all’identificazione delle problematiche, la valutazione dei bisogni e l’inizio di un percorso di accompagnamento.

Le volontarie ci hanno spiegato che questi primi colloqui rappresentano per la donna un’occasione per uscire dall’isolamento e trovare strade concrete per proteggersi e cambiare la sua situazione.

Quello che ci ha colpito è il fatto che molte donne si presentino ai colloqui spesso con sensi di colpa rispetto alla propria condizione e a quella in cui spesso versano i figli e temono che una denuncia potrebbe allontanare questi ultimi da loro o nel peggiore dei casi diventare un pericolo in primo luogo per i bambini. È per questo che molte donne non hanno il coraggio di proseguire il loro percorso e lo abbandonano, fermandosi per esempio ad un colloquio telefonico.

Affinché la donna in difficoltà possa allontanarsi da un contesto di violenza senza pericolo Telefono Donna la sostiene aiutandola a contattare le forze dell’ordine, gli studi legali e gli psicologi.

Inoltre durante l’incontro è stata affronta la tematica del COVID 19 in relazione a questi tipi di violenza. Con l’insorgere dell’emergenza epidemiologica infatti casi di violenza tra le mura domestiche sono aumentati a causa del lockdown e alle difficoltà per le vittime di denunciare. In particolare, molte donne a causa della perdita del loro lavoro durante la quarantena sono diventate economicamente dipendenti dai loro compagni con maggiori difficoltà a sottrarsi alla violenza.

In alcuni di questi casi l’associazione Telefono Donna è stata fondamentale mettendo a disposizione le cosiddette case rifugio ossia strutture che forniscono, gratuitamente, alloggio sicuro alle donne che subiscono violenza e ai loro bambini per proteggerli e salvaguardare la loro incolumità.

Le volontarie hanno affermato e noi concordiamo che proporre incontri nelle scuole per combattere discriminazioni e stereotipi di genere conduce a educare alla parità tra uomo e donna e quindi permette di contrastare la violenza di genere.

Arianna Lovera e Anna Paruzza

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