mercoledì 8 dicembre 2021

Un teatro di confronto

Giovedì 28 ottobre le classi prime di tutto l’istituto hanno assistito ad uno spettacolo teatrale al Teatro Toselli. “Io al posto tuo” di e con Luca Vullo, che affronta le tematiche dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (comunemente detti DSA).

Abbiamo deciso di porre qualche domanda a una ragazza che frequenta la classe prima che ha partecipato a questa attività e che fa parte della redazione del nostro giornalino scolastico.

Ciao Giulia, siccome hai partecipato alla visione di questo spettacolo sapresti dirci a grandi linee come si è sviluppato?

Lo spettacolo parla della vita dell’attore che lo conduce e si sviluppa in una fascia che va dalla sua nascita fino a quando trova un lavoro, parlando in particolare delle difficoltà che dovette affrontare essendo DSA.

Secondo te un DSA come ha recepito lo spettacolo?

Secondo me un ragazzo con Disturbi Specifici dell’Apprendimento ha recepito questo spettacolo come una concreta fonte di speranza verso il futuro.

Cosa ti è rimasto della visione dello spettacolo?

Mi è rimasta la consapevolezza del fatto che ovviamente siamo tutti uguali e che dobbiamo avere le stesse opportunità; tutti possiamo avere speranze per il nostro futuro senza paura delle incomprensioni e dei pregiudizi.

C’è stato qualche momento particolarmente emozionante?

Per me il momento più emozionante è stato il finale dello spettacolo quando l’attore ha fatto parlare al microfono le varie persone affette da DSA che si erano ritrovate in ciò che lui aveva detto. E’ stato davvero commovente sentire le vere storie vissute dai compagni.

Hai trovato utile la visione di questo spettacolo?

Si, l’ho trovata utile perché ha colmato quel vuoto di ignoranza che faceva credere ad alcuni che le persone affette da DSA fossero diverse dagli altri.

Cosa ti aspettavi da questo spettacolo prima di vederlo?

Sinceramente non mi aspettavo uno spettacolo così interessante e, sotto certi aspetti, anche comico. Mi sarei immaginata un normale spettacolo teatrale (con cui, se devo dire la verità, non sono mai andata molto d’accordo dato che la maggior parte li trovo noiosi) ed invece sono stata felice nello scoprire che era tutto il contrario. Non è un’esperienza che si fa e che si dimentica, questa ti rimane davvero impressa.


Per concludere, quindi, possiamo dire che sia stata un’iniziativa positiva e adatta alla comprensione di quel “mondo” di ragazze e ragazzi incompresi che passano la vita a lottare con una difficoltà grave anche se assolutamente invisibili.



Camilla Somale, Giulia Delpin


Nessun commento:

Posta un commento

Disagi per l'organizzazione nella scuola

Ormai siamo vicini alla fine di questo anno scolastico, molti studenti e professori come me hanno notato svariate problematiche all’interno ...