giovedì 10 giugno 2021

La lunga corsa delle donne al voto

 

76 anni. Sono passati 76 anni dal 1 febbraio 1945 giorno in cui fu riconosciuto il diritto di voto alle donne in Italia, anche se già nel 1877 Anna Maria Mozzoni aveva presentato una mozione per estendere il diritto di voto anche alle donne. Cosa che poi ripeterà nel 1906 portando di nuovo questa proposta in Parlamento firmata anche da 20 donne di spicco come ad esempio Maria Montessori. Poi nel 1919 si accese un barlume di speranza e venne approvata dalla Camera la proposta del suffragio femminile, legislatura che però si chiuderà prima che la questione passi al Senato. Quindi alla fine bisognerà attendere la fine della guerra per arrivare finalmente al diritto di voto femminile in Italia.

Ok, tranquilli ora smetto di parlare solo dell’Italia e ci spostiamo nel mondo che se no mi sento troppo egoista a parlare solo del nostro paese. La prima nazione del mondo a portare il diritto di voto anche alle donne fu la Nuova Zelanda nel 1893, grazie anche al lavoro di Kate Sheppard, una delle suffragette più famose al mondo, la cui immagine compare ancora oggi sulla banconota da dieci dollari della Nuova Zelanda. Lei fu molto attiva in termini di lotta, infatti pronunciava molti discorsi in pubblico e per far alla fine approvare il disegno di legge per il suffragio femminile, presentò moltissime petizioni, di cui nella più importante riuscì a raccogliere 30.000 firme. Ma Kate Sheppard non portò avanti solo lotte per il suffragio femminile, bensì anche per l’abolizione dei corsetti, incentivò l’attività fisica femminile (in particolare il ciclismo) e promosse l’uso dei contraccettivi, chiese anche una maggiore tutela per i figli e il diritto all’aborto. Poi nel 1896 contribuì a fondare il National Council of Women, di cui in seguito divenne primo presidente. E soprattutto una volta riuscito a ottenere il diritto di voto in Nuova Zelanda si spese per altre battaglie in Inghilterra, dove il suffragio femminile arrivò nel 1928, e negli Stati Uniti, dove il disegno di legge arrivò nel 1920.


In Europa la prima Nazione a portare il suffragio femminile fu la Finlandia nel 1907.

Ma non iniziate a pensare che un paese più moderno significhi diritto di voto universale adottato prima infatti ci saranno nazioni che vi sorprenderanno dato che le vediamo come moderne, all’avanguardia ma che hanno concesso il diritto di voto alle donne molto tardi come ad esempio la Svizzera in cui solo nel 1971 venne concesso il diritto di voto alle donne. L’ultima nazione del mondo ad essere arrivata a questo traguardo è l’Arabia Saudita dove le donne hanno potuto votare per la prima volta nel 2015.

Questo per farvi capire che ciò che noi ormai prendiamo per scontato, fino a pochi anni fa non ci era permesso perché si pensava che alle donne non interessa la politica o che proprio non fossero in grado di farsi un’idea propria. Per tagliare questo traguardo ci sono voluti decenni di lotte, anche violente; quindi non dimentichiamo chi ha lottato per fare in modo che le loro figlie, nipoti e tutte le donne potessero esprimere la loro idea, il loro voto.

«Che fa la penna in mano a una donna se non serve alla sua causa, come a quella di tutti gli oppressi?»

«Voi però della cui intelligenza non posso dubitare vedendovi qui, pensate che le idee sono possenti e fatali, espansive e contagiose – non temete le opposizioni; senza attrito non v’è scintilla, ridete dell’umorismo, non ve ne impressionate; non ne vale la pena – e pensate ad aggiungervi lena, che se noi libiamo la vita in un calice sovente amaro, le nostre figlie e le nostre nipoti, che respireranno in pieno petto l’aura inebriante della divina libertà, benediranno ai generosi conati di chi la preparò per loro.»

Elisa Chiapale


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